Il famoso proverbio di Confucio che ci invita a non meditare la vendetta: “Siediti lungo la riva del fiume e aspetta, prima o poi vedrai passare il cadavere del tuo nemico.“
E’ una perla di saggezza che arriva da lontano, ma che è perennemente preziosa e da mettere in pratica.
Senza fermarsi al primo apparente messaggio, bisogna leggere tra le righe di questa frase, che in fondo ci parla anche dell'”Arte dell’attesa“. Saper attendere per avere dei risultati, che non sempre saranno quelli sperati, ma che sono quelli che la vita riserva.
Considerando che i nemici peggiori sono i nostri “demoni interiori” incompresi, forse con queste parole, Confucio vuole dirci di più…
Cosa vuole dirci Confucio?
Di attendere che gli eventi facciano il loro corso, senza sprecare le nostre energie in pensieri vendicativi e di rivincita, perché rivolgersi con intenzione a nuocere a chi ci ha fatto del male, non è proficuo.
C’è da dire che non sempre i desideri di vendetta vengono esauditi e nel nostro logorarci otteniamo l’effetto opposto, cioè subiamo la negatività che auguriamo al nostro antagonista. Primo, perché viviamo male, assillati da pensieri che diventano “ossessivi”, che ci portano sempre a parlare del nemico, facendo in questo modo ruotare la nostra vita attorno a colui che odiamo. Poi, perché alla lunga possiamo avere ripercussioni sulla salute: i sentimenti di rabbia incidono sul benessere fisiologico.
Il consiglio di Confucio potrebbe anche sembrare banale, ma i proverbi, sopratutto quelli che ci arrivano da culture orientali, hanno sempre un forte rimando simbolico.
Quando si cita il fiume, il suo significato metaforico si può estendere alla vita che scorre, ai pensieri che cambiano, alle esigenze che mutano. Così, senza nemmeno accorgecene, quello che in questo momento ci sembra irrinunciabile, domani potrebbe non contare più nulla!
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Ma, se presi dalla nostra emotività impulsiva, continuiamo a fissarci su uno stesso punto, troppo tardi ci ravvederemo di aver perso tempo ed energia in ciò che era futile o dannoso per noi.
C’è anche un altro proverbio popolare che dice: “Se continui a guardare la pentola, l’acqua non bolle mai“. Ovvero, l’attesa ansiosa per qualcosa che desideriamo tanto, sembra che ci faccia sempre più allontanare dalla meta ambita.
Ed allora, non resta che fare come dice Confucio: “Raccogli le tue cose, vai sulla riva del fiume, siediti e aspetta...”
Dove per “sedersi” e “aspettare” non si intendono azioni passive in senso letterale, ma il percorrere il proprio sentiero con naturalezza e spontaneità, ma sopratutto con mente vigile e disidentificata dal proprio Ego.
Infatti, per star “seduto sulla riva del fiume“, che è la vita, occorre saper raggiungere una buona capacità di osservazione distaccata dagli eventi, che altrimenti ci travolgono dentro la “corrente di quel fiume“.
Confucio e la Legge del Karma
La Legge del Karma è un altro importante aspetto da non trascurare per carpire il messaggio che sta dietro le parole di Confucio.
La Legge del Karma o di “Causa ed Effetto” è alla base della cultura antica orientale e non solo, perché si ritrova negli insegnamenti di tutte le più grandi religioni.
Questa legge, chiamata anche Regola d’oro, in poche e semplici parole, dice di non commettere atti che potrebbero poi generare conseguenze e incatenarci alla “Ruota del Karma“, cioè condannarci al ripetersi di cicli di sofferenza fino a quando non si comprende la lezione.
Come si fa a non commettere azioni che generino altri effetti? Ritorna qui il tema della disidentificazione e dell’Agire-senza-Agire (il Wei-Wu-Wei), altro punto cardine delle filosofie d’oriente.
Uscire dalla ruota del dolore e del conflitto
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Senza addentrarsi troppo in questo tipo di insegnamento, che fa parte del Taoismo e dello Zen, si può dire che la comprensione della nostra vera natura e dei nostri veri nemici, ci permette di percorrere in armonia la nostra strada, “senza meditar vendetta”… C’è già il Karma che pensa a mantenere l’equilibrio cosmico.
(Ref. Frasi del giorno Zen)