E’ possibile avere un monitoraggio degli ecosistemi tramite il miele: un prodotto naturale che in poche gocce raccoglie tutta la mappa della salute ambientale di un territorio.
La prova arriva da una ricerca del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroalimentari dell’Università di Bologna, pubblicata su Scientific Reports.
Come specificano i ricercatori, “Lo studio si è concentrato sull’analisi del DNA ambientale, una traccia genetica lasciata dagli insetti e trasportata nel miele dal lavoro delle api”.
Il professor Luca Fontanesi ha coordinato il progetto, realizzato con l’ausilio di un gruppo di lavoro dell’Ateneo.
Tutto il lavoro svolto dai ricercatori ha permesso di mettere a punto uno strumento di analisi in grado di rilevare, con poche gocce di miele, quali e quanti insetti abitano il territorio in cui il miele è stato prodotto. Ciò consente anche un controllo della biodiversità degli ecosistemi e di identificare possibili frodi alimentari.
Con l’utilizzo di “tecniche di next generation sequencing applicate al DNA ambientale”, è stato possibile “identificare – indirettamente, ma in modo molto preciso – le diverse specie di insetti presenti nel territorio in cui le api hanno lavorato”, ovvero, in “un’area che può estendersi fino ad un raggio di dieci chilometri”.
Ma, l’utilità di questo strumento di analisi non finisce qui, perché dà modo di ottenere informazioni quantitative sulle infestazioni degli insetti nell’ambiente e di ricostruire la struttura genetica delle loro popolazioni.
E’ quindi possibile anche autenticare l’area di provenienza del miele, monitorando la possibile presenza di organismi dannosi per le piante.
(Fonte: Il miele diventa un prezioso alleato per il monitoraggio degli ecosistemi)