Mangiare salumi affettati fa male rischio demenza

Mangiare salumi ogni giorno fa male? Aumentano rischio demenza del 14%.

Una ricerca ha indagato il legame tra il consumo di carne lavorata e il rischio di demenza, basato su un’analisi della dieta di oltre 130.000 partecipanti nel corso di più di 40 anni. Questo studio, i cui risultati preliminari sono stati presentati alla Conferenza internazionale dell’Alzheimer’s Association (AAIC) a Filadelfia, ha esplorato l’impatto del consumo di carne lavorata (come pancetta, salsicce e salumi) sullo stato cognitivo delle persone.

Dettagli dello studio

Popolazione e metodologia

Lo studio ha coinvolto una vasta coorte di partecipanti, includendo sia individui con diagnosi di demenza che persone con deterioramento cognitivo soggettivo, oltre a soggetti sottoposti a test oggettivi delle funzioni cognitive. I dati sulla dieta e sullo stato cognitivo sono stati raccolti ogni due o quattro anni per un periodo di 43 anni, permettendo di monitorare i cambiamenti nel tempo.

Consumo di carne lavorata e rischi di demenza

I risultati hanno mostrato che un consumo maggiore di carne lavorata è associato a un rischio aumentato di demenza. Specificamente, coloro che consumavano almeno 0,25 porzioni al giorno di carne lavorata (circa due porzioni a settimana) presentavano un rischio maggiore del 14% di sviluppare demenza rispetto a coloro che ne consumavano meno di 0,10 porzioni al giorno (circa tre porzioni al mese).

Questo effetto è stato attribuito alla presenza di sodio, nitrati e grassi saturi nella carne lavorata, componenti noti per essere associati a diversi problemi di salute come il cancro, il diabete di tipo 2, le malattie cardiache e l’ictus.

Aumento dell’invecchiamento cognitivo

Oltre al rischio aumentato di demenza, lo studio ha indicato che ogni porzione aggiuntiva giornaliera di carne lavorata potrebbe contribuire a un aumento di 1,61 anni di invecchiamento cognitivo generale e di 1,69 anni di invecchiamento cognitivo specificamente nella memoria verbale. Tali risultati suggeriscono un impatto significativo della dieta sulla salute cognitiva a lungo termine.

Sostituire insaccati con noci o legumi riduce il rischio del 20%

I ricercatori hanno anche esplorato alternative alimentari che potrebbero ridurre il rischio di declino cognitivo. È emerso che la sostituzione della carne rossa lavorata con altre fonti di proteine, come noci o legumi, potrebbe ridurre il rischio di demenza del 20%. Ciò indica che modifiche nella dieta potrebbero essere una strategia efficace per prevenire o mitigare il declino cognitivo.

Conclusioni

L’autore principale, Yuhan Li, ha sottolineato che, sebbene lo studio sia di natura epidemiologica e non esplori direttamente i meccanismi biologici sottostanti, i risultati indicano una possibile correlazione tra l’alto consumo di carne lavorata e un peggioramento delle capacità cognitive. L’importanza dello studio risiede nel suo lungo periodo di osservazione e nella vasta popolazione studiata, che rafforza la validità dei risultati.

In conclusione, questa ricerca ha mostrato che un alto consumo di carne lavorata potrebbe essere un fattore di rischio significativo per la demenza, e che adottare una dieta più ricca di proteine vegetali potrebbe offrire benefici cognitivi a lungo termine.

(Approfondimenti: Red Meat Tied to Increased Dementia Risk)
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