Si dice che mangiare dolci fa bene all’umore, ma non è sempre così e la scienza dice che si tratta di un “falso mito“. Uno studio pubblicato sulla rivista Neuroscience & Biobehavioral, ha analizzato 31 ricerche sul consumo dei carboidrati ed è emerso che non migliora affatto l’umore, ma che può addirittura peggiorarlo.
In realtà, l’effetto del consumo di zuccheri o carboidrati sull’umore è sempre stato molto dibattuto: vari ricercatori hanno segnalato sia miglioramenti dell’umore, che decrementi dopo la loro ingestione.
Un’indagine più precisa è importante in quest’epoca in cui i cibi e le bevande zuccherate abbondano.
Cosa si è riscotrato dagli studi?
- I carboidrati non hanno un effetto benefico su alcun aspetto dell’umore.
- Il consumo di carboidrati riduce la vigilanza entro 60 minuti dal consumo.
- I carboidrati aumentano la fatica entro 30 minuti dall’assunzione.
Il dr. Kostantinos Mantantzis, della Humboldt University di Berlino, autore principale dello studio, ha spiegato che “l’idea che lo zucchero possa migliorare l’umore è stata molto influente nella cultura popolare al punto che molte persone consumano le bevande zuccherate per diventare più vigili o per combattere la fatica“.
Però secondo le nuove scoperte si possono confutare tali affermazioni, dimostrando che lo zucchero crea effetti negativi sulle condizioni psicofisiche.
La ricerca di Mantantzis si è concentrata sulla meta-analisi di 31 diversi studi, per un totale di 1.250 partecipanti. Negli studi si valutavano gli effetti dei carboidrati solubili, compresi gli zuccheri e gli amidi, su vari aspetti dell’umore, tra cui attenzione vigile, stanchezza, depressione e rabbia.
Nella maggior parte dei partecipanti si è registrato un aumento del senso di stanchezza dopo mezz’ora dall’assunzione dello zucchero, rispetto ai partecipanti che hanno assunto solo un placebo.
Dopo un’ora dal consumo di zucchero, è diminuita la vigilanza nella maggior parte delle persone. Ciò dimostrerebbe che a livello neurologico l’effetto stimolato dal consumo di cibo gratificante dura poco e non lascia sensazioni di benessere.
Come ben si sa, lo zucchero in eccesso è anche un fattore di rischio per l’obesità e il diabete.
Mangiare dolci fa sempre male?
A questo punto bisogna chiedersi se mangiare dolci fa sempre male. Bisogna dire che subentrano anche altri fattori che interessano l’aspetto psicologico. Infatti mangiare un cibo gratificante o cosiddetto “comfort food” può avere i suoi benefici.
Il “comfort food” è il cibo in grado di compensare la necessità di ristoro, di coccole e il senso di solitudine. Non è nemmeno detto che debba per tutti essere un dolce.
Quindi, ci sono periodi o momenti della giornata in cui scegliere di mangiare qualcosa che appaghi e dia un sollievo dallo stress, è un bene!
Secondo uno studio del 2015 condotto da Jordan Troisi, professore di psicologia alla Sewanee, The University of The South, chi ha bisogno di relazioni solide, ha più tendenza a cercare cibi appaganti per soffrire meno nei momenti di solitudine.
Infatti il cervello assocerebbe il cibo particolarmente gustoso ad una relazione intima, dando un senso di appagamento simile, anche se momentaneo.
E’ come se scegliere di mangiare un alimento che piace molto possa supplire alla mancanza di relazione e magari confortare quando non si può fare una chiacchierata con un’amica.
Altri studi dimostrano che il profumo del cibo è strettamente legato alla memoria ed alla nostalgia. Sentire l’odore di una pietanza che ci ricorda qualcosa o qualcuno di caro, ci fa provare sensazioni di vicinanza e intimità.
Rimane quindi lecito cedere qualche volta ai peccati di gola!