Luna e Marte presentano cavità naturali scavate dalla lava e lunghe fino a 40 chilometri che potrebbero ospitare future basi abitate dall’uomo. E’ una scoperta dell’Università di Bologna e Padova pubblicata sulla rivista Earth-Science Reviews.
Formazioni simili denominate ‘tubi di lava‘, sono state esplorate sulla Terra: nelle Hawaii, nelle Canarie, in Australia e Islanda.
Francesco Sauro del dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell’Università di Bologna e direttore dei corsi Caves e Pangaea dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa), spiega che cavità simili “esistono non solo sulla Terra, ma nel sottosuolo della Luna e di Marte, i cui pozzi di accesso in superficie sono stati ripetutamente osservati nelle immagini ad alta risoluzione fornite dalle sonde interplanetarie”.
Sauro ha aggiunto che la presenza dei tubi di lava “è evidenziata da allineamenti sinuosi di cavità e collassi nei tratti in cui la volta della galleria ha ceduto” e che “questi collassi, di fatto, costituiscono potenziali ingressi o finestre sul sottosuolo”.
Dal confronto con le immagini satellitari del suolo di Luna e Marte si nota che rispetto ai “tubi” terrestri, che raggiungono un diametro compreso fra 10 e 30 metri, le dimensioni dei condotti aumentano di 100 volte su Marte e di 1.000 volte sulla Luna: un impressionante aumento di dimensioni dovuto alla minore gravità e ai suoi effetti sull’attività vulcanica.
Secondo Pozzobon, geologo planetario: “condotti di tali dimensioni possono raggiungere lunghezze superiori ai 40 chilometri, fornendo così spazio a sufficienza per ospitare intere basi planetarie per l’esplorazione umana della Luna: cavità talmente enormi da arrivare a contenere il centro storico della città di Padova”.
(Fonte notizia ANSA)