Paura delle malattie nosofobia

La paura in psicologia fa parte delle emozioni primarie, le quali sono già presenti dalla nascita (come gioia, tristezza, rabbia). La paura rappresenta un meccanismo di difesa utile per la sopravvivenza.

Avere paura di ammalarsi, di contrarre una malattia o di morire o perdere il controllo della propria mente, sono tutte paure ataviche, insite nella parte più antica della nostra natura.

La paura delle malattie o nosofobia è fra le più comuni: è molto antica, legata alle origini dell’essere umano, come la paura della morte e della pazzia, considerate appunto paure ancestrali, ma quando è sproporzionata e si “cronicizza” si parla di fobia.

Differenza fra paura e fobia

C’è una differenza fra paura e fobia: mentre la prima è naturale, diciamo “fisiologica”, e serve a proteggerci da un pericolo; la seconda è una paura irragionevole, molto più forte, convulsiva e nei confronti di un pericolo che in realtà non esiste.

La parola fobia viene dal greco fobos e significa “panico”, ed essa comporta dunque, un timore esagerato, sproporzionato, verso qualcosa o qualcuno che non rappresentano un vero pericolo.

La persona che ha una fobia, intesa come disturbo, non ha controllo su di essa.

Che cos’è la nosofobia?

La nosofobia, cioè la paura irrazionale di ammalarsi senza alcun reale pericolo, nasce per uno scompenso emozionale.

E’ una preoccupazione eccessiva delle malattie, che rende la persona sofferente, anche se a differenza dell’ipocondriaco, il nosofobico non si sente malato al presente, ma teme di poter contrarre una malattia in futuro.

L’ipocondriaco, per contro, crede di essersi ammalato e che nessuno sia in grado di diagnosticare la sua malattia e di curarlo.

Fobia sintomi e diagnosi

Nel DSM-5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali), sono indicati i sintomi caratteristici per la diagnosi delle fobie specifiche:

  • Paura o ansia intensa per un oggetto o una situazione specifici (ad esempio, volare, l’altezza, determinati animali, oggetti appuntiti, siringhe, un’iniezione, vedere il sangue…). Ad esempio, nei bambini, la paura o l’ansia possono essere espresse da pianto, scoppi di collera, immobilizzazione (freezing) o aggrappamento (clinging).
  • La situazione o l’oggetto fobici provocano quasi sempre immediata paura o ansia.
  • La situazione fobica viene attivamente evitata o sopportata con paura o intensa ansia.
  • La paura o l’ansia sono sproporzionate rispetto al reale pericolo rappresentato dall’oggetto o dalla situazione specifici e al contesto socioculturale.
  • La paura, l’ansia o l’evitamento sono persistenti e durano in genere sei o più mesi.
  • L’ansia, la paura o l’evitamento causano disagio o deterioramento clinicamente significativo o compromissione in ambito lavorativo, sociale o in altre importanti aree.
  • Il disturbo non è meglio spiegato dai sintomi di un altro disturbo mentale, tra cui la paura, l’ansia e l’evitamento di situazioni associate a sintomi simili al panico o ad altri sintomi invalidanti (come nell’agorafobia); oggetti o situazioni legate a ossessioni (come nel disturbo ossessivo compulsivo); ricordi di eventi traumatici (come nel disturbo da stress post-traumatico); separazione da casa o dalle figure di attaccamento (come nel disturbo d’ansia di separazione); o situazioni sociali (come nel disturbo d’ansia sociale).

Si stima che circa il 75% delle persone con una fobia specifica, abbia più timore di una situazione o di un oggetto.

La maggior parte delle persone hanno almeno una o più fobie specifiche e chi vive in modo intenso questo disagio, è come perseguitato da un'”ombra” che è generata dalla sensazione di angoscia.

Fobie come nascono?

Una fobia specifica può svilupparsi:

  • a seguito di un evento traumatico, come ad esempio l’essere attaccati da un animale o il vivere un’esperienza di forte turbolenza in aereo;
  • con l’osservazione di un evento traumatico occorso ad altri, come ad esempio vedere affogare qualcuno;
  • a seguito di un attacco di panico inaspettato verificatosi in quella che sarà la situazione temuta, come ad esempio avere un attacco di panico mentre si attraversa un ponte;
  • a seguito di una specifica trasmissione di informazioni, come ad esempio un’ampia copertura mediatica di un disastro aereo;
  • come forma di apprendimento da parte di alcune figure significative, come ad esempio sviluppare una fobia specifica per i serpenti come è accaduto al fratello maggiore.
Nosofobia o timore morboso delle malattie: sintomi

La nosofobia definita in psichiatria come: “particolare forma di fobia per cui un individuo, pur non avendone motivo obiettivo, è tormentato dal timore di contrarre una qualsiasi malattia e tende a esagerare nelle varie misure preventive”.

La parola è composta dagli elementi “noso” (malattia) e “fobia” (da fobos=paura).

La persona nosofobica ha paura incotrollata di poter soffrire di una malattia o di qualsiasi altra condizione generale.

Le persone che soffrono di questo disturbo sono state spesso vittime di una trauma causato dal vissuto di una particolare patologia, che hanno visto o conosciuto da vicino.

I sintomi della nosofobia possono essere diversi, ma si possono riassumere per similitudine nei seguenti:

  • Stati d’ansia e nervosismo esagerato in caso di un qualsiasi malanno minore.
  • Misure preventive radicali per evitare il contatto con germi.
  • Bisogno di visite frequenti presso diversi medici specialisti, ma in alcuni casi il nosofobico evita di andarci.
  • Paura accentuata verso il medico e la sua diagnosi.

Tutto questo quadro trasforma la vita della persona nosofobica in un costante problema, in cui lo stato di salute è al centro di tutte le sue attività cognitive ed emotive, influenzando costantemente gli stati d’animo ed i comportamenti.

Infatti a causa dell’ansia di ammalarsi si vive sempre in uno stato di allerta, dando molta attenzione a notizie che riguardano contagi ed epidemie, o conoscenti che si sono ammalati.

A differenza dell’ipocondriaco che pensa di essere già malato, il nosofobico ha paura di soffrire per un futuro evento e si infligge già una sofferenza.

Inoltre mentre l’ipocondriaco è alla ricerca compulsiva di una diagnosi, il nosofobico evita qualunque circostanza che possa confermare il suo timore, rimandando i controlli anche se avverte un sintomo. La speranza è quella di non essere ammalato, si può dire che affronta la situazione “chiudendo gli occhi“.

L’ipocondriaco e il nosofobico hanno delle similitudini, ma non sono la stessa cosa, tuttavia in entrambi i casi ci può essere alla base un bisogno di controllo.

Se si riconosce di stare vivendo un disagio simile, tale da condizionare la propria vita, è importante avere il coraggio di superarlo chiedendo aiuto ad uno psicologo.

(Fonti consultate: - https://lamenteemeravigliosa.it/paura-delle-malattie-nosofobia/; - American Psychiatric Association, Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, 2014, Edizione Raffaello Cortina, Milano)
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