Le foglie degli alberi e i licheni hanno proprietà magnetiche che permettono di rilevare la presenza di polveri sottili dei metalli pesanti nell’atmosfera.
Licheni ed alberi sono perciò importanti e preziose spie dell’inquinamento da polveri sottili derivate da metalli quali zinco, nichel, rame, cromo e piombo.
Grazie alla loro capacità di attirare le polveri atmosferiche si è potuto misurare la loro concentrazione in una zona della periferia orientale di Roma.
Il risultato ci viene da una ricerca pubblicata sulla rivista Science of the Total Environment, coordinata da Aldo Winkler, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) e condotta in collaborazione con l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Regione Lazio (Arpa Lazio).
I ricercatori hanno eseguito le misure del magnetismo ambientale su campioni raccolti nel 2017 in una zona particolarmente soggetta a molteplici fonti di inquinamento atmosferico, compresi frequenti roghi abusivi all’aperto. Per gli studiosi questo tipo di biomonitoraggio effettuato tramite elementi naturali come gli alberi e i licheni è un mezzo di supporto complementare alle analisi standard eseguite dalle centraline per il controllo della qualità dell’aria.
Come osserva Winkler: “i licheni sono infatti recettori e accumulatori di polveri sottili, come le PM10 costituite da particelle dal diametro uguale o inferiore a 10 millesimi di millimetro, o le polveri di dimensioni ancora più ridotte. Si tratta di sostanze sospese in atmosfera e pericolose per la salute, che possono essere prodotte o per cause naturali o dalle attività umane. Come le emissioni industriali o delle automobili, e i roghi dolosi”.
Come si legge dall’articolo pubblicato sul sito ArchitetturaEcosostenibile.it (architetturaecosostenibile.it/green-life/curiosita-ecosostenibili/bioindicatori-valutare-qualita-aria-licheni-804)
“I licheni sono degli ottimi bioindicatori poiché i cambiamenti ambientali possono influire sul loro ciclo vitale, ma funzionano anche come dei bioaccumulatori di diverse sostanze inquinanti senza subire danni per periodi di tempo più o meno lunghi conservando anche nelle parti morte la memoria storica degli agenti inquinanti. Ci indicano dunque la presenza di sostanze nocive nell’aria come: radionuclidi, zolfo, fluoro, idrocarburi clorurati, metalli, polveri sottili e fumi, la cui presenza è dovuta principalmente alla combustione di fonti fossili, all’attività degli inceneritori e delle centrali termoelettriche. La metodica consiste nell’analizzare in laboratorio i talli lichenici mediante spettrofotometri, stimare i livelli medi di deposizione di inquinanti –emessi da particolari sorgenti puntiformi– e rilevare la presenza di sostanze cancerogene o comunque nocive.
Le sostanze che possono essere rilevate contemporaneamente dai licheni sono:
- cadmio
- cromo
- nichel
- manganese
- piombo
- vanadio
- zinco
- elementi radioattivi (cesio 137)”.
(Fonte: ansa.it/canale_scienza_tecnica/notizie/terra_poli/2019/07/23/licheni-e-alberi-sono-una-spia-delle-polveri-sottili_f75904b9-ef52-4918-b3de-bf9aa2f50b6d.html)