La nuova normativa sull’etichettatura dei salumi che obbliga ad indicare la provenienza è entrata in vigore il 31/01/21. Con Decreto del 6 agosto 2020 pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 16 settembre 2020 si è ottenuto l’obiettivo di mettere a conoscenza dei consumatori il luogo di provenienza di carni suine trasformate. Aiuterà a proteggere il “Made in Italy“.
Nel Decreto si danno le specifiche da indicare in etichetta e cioè:
- Paese di nascita (nome del paese di nascita degli animali);
- paese di allevamento (nome del paese di allevamento degli animali);
- paese di macellazione (nome del paese di macellazione degli animali).
Nel caso in cui la carne proviene da suini nati, allevati e macellati nello stesso paese, l’indicazione “Origine” può essere seguita dal nome della nazione (o ad esempio, se il paese fosse l’Italia si può usare la dicitura “100% italiano“). Se la carne proviene da suini nati, allevati e macellati in uno o più stati europei o extra europei, si possono usare le diciture “Origine: UE“, “Origine: extra UE“, “Origine: UE e Extra UE“.
Ancora troppi alimenti di origine sconosciuta
Questa informazione è già obbligatoria per pasta, riso, pomodoro e latte, ma la Coldiretti denuncia che nonostante questi passi avanti, ancora un quinto dei prodotti alimentari che fanno parte della spesa degli italiani, rimane di origine sconosciuta. Marmellate, succhi di frutta, legumi in scatola, frutta secca sgusciata, pane e biscotti restano con ingredienti “anonimi”. C’è poi la totale assenza di informazioni nel reparto ristorazione, in cui alimenti come carne e pesce serviti a tavola non vengono necessariamente accompagnati dalle indicazioni di origine.
Oltretutto è in vigore anche il Regolamento UE 775/2018 che obbliga ad indicare l’origine dell’ingrediente principale nei prodotti, ma è poco chiaro e lascia troppo margine agli inganni. (Approfondimenti: Indicazione di origine degli ingredienti principali in etichetta dal 2020).
Secondo un’indagine effettuata dal Centro di Ricerca dell’Università Cattolica (EngageMinds Hub), la necessità di tracciabilità dei prodotti e della loro trasparenza è diventata più marcata durante la pandemia. I consumatori richiedono sempre più acquisti consapevoli ed il 70% si dirige verso prodotti locali e certificati.
Al momento ci sono prodotti con obbligo di indicazione ed altri che non lo hanno affatto. Ecco in basso una tabella riepilogativa tratta dal sito della Coldiretti (articolo: “Il Covid spinge il Made in Italy ma 1/5 della spesa è anonima”).
Cibi con l’indicazione di origine | Cibi senza indicazione di origine |
---|---|
Salumi | Carne di coniglio |
Carne di pollo e derivati | Carne trasformata |
Carne bovina | Marmellate, succhi di frutta |
Frutta e verdura fresche | Legumi in scatola, ecc. |
Uova | Pane, biscotti, grissini |
Miele | Insalate in busta |
Olio Extravergine di oliva | Frutta e verdura essiccata |
Pesce | Surgelati |
Derivati del pomodoro e sughi pronti | Noci, pistacchi sgusciati |
Latte e formaggi | Ristorazione |
Pasta | |
Riso |
(Altri approfondimenti: - Il rebus dell'ingrediente primario - Origine di pasta, pane e riso in etichetta fino alla fine del 2021. Mipaaf e Mise prorogano la scadenza dei decreti)