I fisici sono impegnati da decenni a comprendere cosa fa espandere l’Universo. Nonostante misurino il tasso di espansione non sono ancora riusciti a dare una risposta univoca.
In più, utilizzando diversi metodi di misurazione dell’espansione, si ottengono risultati diversi. Varie teorie sono in gioco, ma qualcosa sta ancora sfuggendo all’indagine della scienza.
Il dato più certo è che l’Universo è stato creato dal Big Bang 13,8 miliardi di anni fa, e poi ha iniziato ad espandersi. Nell’espansione in corso l’Universo si allunga in tutte le direzioni come un pallone che viene gonfiato.
Nuove teorie sull’espansione dell’Universo
Secondo diversi fisici, tra cui Martin S. Sloth, professore di Cosmologia presso l’Università della Danimarca meridionale (SDU), vi potrebbe essere un nuovo tipo di energia oscura nell’Universo che spiegherebbe l’espansione.
Gli esperti spiegano che se si include questa nuova energia oscura nei vari calcoli dell’espansione si hanno risultati più verosimili.
A spiegarlo sono i due fisici Marti S. Sloth e Florian Niedermann in in articolo scientifico.
La nuova energia “extra oscura” spiegherebbe i risultati contrastanti
“Un nuovo tipo di energia oscura può risolvere il problema dei calcoli contrastanti”, afferma Martin S. Sloth.
I fisici hanno sempre calcolato il tasso di espansione dell’Universo basandosi sull’assunto che esso sia costituito da energia oscura, materia oscura e materia ordinaria.
Oggi non è più possibile adattarsi a tale modello, perché emergono nuovi risultati contrastanti dall’esame dei dati ricavati dalle misurazioni di supernove e dalla radiazione cosmica di fondo a microonde. Questi due metodi restituiscono risultati diversi sul calcolo del tasso di espansione.
“Nel nostro modello, troviamo che se ci fosse un nuovo tipo di energia extra oscura nell’universo primordiale, spiegherebbe sia la radiazione di fondo che le misurazioni della supernova simultaneamente e senza contraddizioni”, dice Martin S. Sloth.
Energia oscura e fasi di transizione
Martin S. Sloth spiega: “Crediamo che nell’universo primordiale, l’energia oscura esistesse in una fase diversa. Si può confrontare con quando l’acqua viene raffreddata e subisce una transizione di fase verso il ghiaccio con una densità inferiore”.
Il fisico dice che ciò è simile a quello che potrebbe essere accaduto per l’energia oscura, cioè avrebbe subito una transizione verso una nuova fase con una densità di energia inferiore, che avrebbe cambiato l’effetto dell’energia oscura sull’espansione dell’Universo.
Secondo i calcoli di Sloth e Niedermann, i risultati si sommano se si immagina che l’energia oscura abbia così subito una transizione di fase innescata dall’espansione dell’Universo.
La transizione sarebbe un processo molto violento come continua a spiegare Sloth: “È una transizione di fase in cui molte bolle della nuova fase compaiono all’improvviso e quando queste bolle si espandono e si scontrano, la transizione di fase è completa. Su scala cosmica, è un processo quantistico molto violento”.
E’ una possibile nuova spiegazione di ciò che sta determinando l’espansione. In pratica però, la conoscenza della composizione dell’Universo è ancora solo al 20%, cioè la materia di cui sono fatti gli oggetti visibili (noi, i pianeti, le galassie ecc…). Poi c’è la materia oscura che nessuno sa ancora cosa sia, ed infine c’è l’energia oscura che costituisce circa il 70% della densità energetica dell’Universo e che causa la sua espansione.
(Fonte: Will this solve the mystery of the expansion of the universe?)