Come eliminare le microplastiche dall’acqua: nuovo studio scopre metodo.
L’inquinamento da microplastiche è diventato una delle principali preoccupazioni a livello mondiale, poiché i frammenti di plastica, incluse le particelle più piccole chiamate nanoplastiche, si trovano ormai ovunque nell’ecosistema, dal fondo degli oceani alle cime delle montagne, persino nell’antartide e nell’atmosfera. La diffusione di questi materiali ha suscitato serie preoccupazioni per la salute umana, poiché sono stati trovati nei nostri cibi, negli organi interni e persino nella placenta.
Recenti scoperte hanno rivelato la presenza di microplastiche nei depositi di grasso arterioso, suggerendo una possibile correlazione con problemi cardiaci e ictus. Questa diffusione incontrollata di plastica nell’ambiente e nel nostro corpo richiede azioni concrete per mitigare i rischi associati.
Infatti, gli effetti di queste particelle sulla salute umana sono ancora oggetto di studio, ma le attuali ricerche suggeriscono anche che la loro ingestione potrebbe influenzare il microbioma intestinale.
Alcuni sistemi avanzati di filtrazione dell’acqua potabile catturano gli NMP, ma sono necessari metodi semplici ed economici per contribuire sostanzialmente a ridurre il consumo di plastica da parte dell’uomo.
Studio scopre che bollire l’acqua aiuta a eliminare le microplastiche
Uno studio condotto dall’Università di Jinan, in Cina, guidato da Eddy Zeng e il suo team, ha proposto una soluzione pratica interessante. Hanno dimostrato che bollire l’acqua del rubinetto per cinque minuti può rimuovere oltre l’80% dei contaminanti di plastica, offrendo un metodo semplice ed economico per ridurre l’esposizione ai micro e nanoplastici attraverso l’acqua potabile.
La ricerca ha evidenziato che bollire l’acqua può favorire l’adesione delle microplastiche al calcare presente nell’acqua dura, rendendo il processo particolarmente efficace in queste condizioni. Anche se la bollitura può ridurre la presenza di plastica in qualsiasi tipo di acqua, è risultata particolarmente efficace in quelle con un alto contenuto di calcio.
Tuttavia, esperti come Caroline Gauchotte-Lindsay dell’Università di Glasgow suggeriscono che modifiche più sostenibili nei processi di trattamento dell’acqua potrebbero essere fondamentali per limitare la diffusione di micro e nanoplastici in generale, oltre a promuovere un approccio più globale e sostenibile alla gestione dell’acqua.
Lo studio, pubblicato su Environmental Science & Technology Letters, offre un’importante prospettiva su come affrontare il crescente problema delle microplastiche nell’approvvigionamento idrico, sottolineando la necessità di azioni preventive a livello globale per proteggere la salute umana e l’ambiente.
(Approfondimenti: Want fewer microplastics in your tap water? Try boiling it first)