Il latte materno è la prima protezione contro lo sviluppo delle allergie. E’ stato trovato un suo composto utile per regolare le difese immunitarie che si chiama butirrato ed ha un’azione protettiva molto forte.
La scoperta è stata fatta dal Ceinge-Biotecnologie, in collaborazione con Università di Salerno, Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) e Ospedale Evangelico Betania. E’ pubblicata sulla rivista Allergy, dove viene spiegato che il butirrato, individuato nel latte donato da 100 madri campane nei primi mesi di allattamento, è un piccolo acido grasso a catena corta, il quale regola i principali meccanismi di difesa che fanno da scudo contro la comparsa delle allergie nei bambini piccoli.
Il butirrato e l’importanza della dieta della madre
Come spiega Roberto Berni Canani, direttore del Laboratorio di Immunonutrizione del Ceinge, “Ricevere attraverso il latte materno quotidianamente elevati livelli di butirrato è quindi un grande vantaggio per il bambino”.
Ma dallo studio si è anche compreso che i livelli di butirrato nel latte materno sono influenzati dalla dieta della madre. “Più la madre segue una dieta sana ricca di fibre e aderente alla dieta mediterranea, più elevati sono i livelli di butirrato nel latte materno”, sottolinea il ricercatore.
Questi risultati fanno chiarezza sui precedenti dati scientifici, in cui non si era potuto dimostrare con certezza il beneficio del latte materno contro le allergie. Ora, viene evidenziato da Berni Canani che “L’efficacia del latte materno si basa sul contenuto di composti immunoregolatori in esso contenuti, come il butirrato. Aumentare la concentrazione di tale composto nel latte materno, modulando la dieta materna, favorendo ad esempio il consumo di cibi ricchi di fibre vegetali, potrebbe essere una strategia efficace per amplificare il ruolo protettivo del latte materno contro la comparsa di malattie allergiche”.
Da ciò si conclude che il composto butirrato potrebbe essere usato come additivo anche nel latte in polvere per aiutare nella prevenzione delle allergie nei casi non sia possibile l’allattamento al seno.